Le foto dimenticate

Quanti scatti facciamo durante l’anno? 

Troppi, risponderanno tanti, ed effettivamente con l’avvento del digitale scattiamo molto di più, spesso in modo ridondante. 

I tempi dei rullini a pellicola e dispositive, quando dovevi centellinare gli scatti soprattutto per gli alti costi di sviluppo nel caso delle diapo, sono ormai lontani e quasi dimenticati.

Erano i tempi del “one shot, one kill”. 

Tutto facile quando si trattava di immortale il nostro aereo in statica cercando la posizione migliore, ma senza poter replicare come oggi, un passo a destra, o un po' più in basso. Più difficile se l’aereo era in movimento, e non parlo di un normale rullaggio, ma di un decollo e peggio un bel passaggio veloce.

Oggi sento macchine fotografiche scattare raffiche peggio di una telescrivente e proprio qualche giorno fa su un social ho visto alcuni video di comparazione sulla velocità di scatto di alcune mirrorless di varie marche.

Quasi a voler dimostrare che la qualità di una macchina si valuta dai suoi FPS.

Quindi senza remore, scattiamo e scattiamo, consapevoli che una volta a casa, eliminato gli errori macroscopici, tranquilli si fanno ancora, anzi forse se ne fanno di più, e completato l’articolo o consegnato gli scatti essenziali all’editore, il pacchetto, oggi chiamato “cartellina” andrà archiviata ordinatamente per anno, luogo e data.

Ma poi? questi scatti dimenticati e lasciati a prendere la polvere (affermazione un po’ romantica”) digitale in un hard disk che fine fanno?

Per i più rimangono lì dove li abbiamo archiviati, testimoni silenziosi di una giornata di lavoro o di svago, magari prendendo l’acqua e maledicendo il meteo poco collaborativo che fino al giorno prima era spettacolare.

Per altri invece, ogni tanto, presi dalla nostalgia proprio di qualche bella giornata, o per aver catturato quella preda rara e ambita, si recupera l’hard disk (consiglio di averne due identici, se non si utilizza un NAS) e si sfoglia la serie sul pc o ancora meglio sul grande televisore di casa.

Capita in questo caso che si rivedano scatti che a suo tempo non erano stati lavorati, perché non soddisfacevano i requisiti richiesti dal momento, oppure perché la luce non era perfetta, se non addirittura al limite del controluce, ma tant’è le posizioni di scatto non le scegliamo sempre noi, e non sempre tutto il mondo ruota attorno a noi e collabora per ottimizzare la foto.

Oggi però abbiamo un occhio diverso, almeno per chi scrive, e ci accorgiamo che con pochi colpi di mouse, grazie all’evoluzione dei programmi di post produzione (non vogliamo fare pubblicità), si può recuperare quell’immagine che ad occhio, al momento, ci era sembrata buona, ma poi il display della fotocamera ci ha restituito non proprio come ci sarebbe piaciuta.

Sono, spesso, tanti scatti che senza una nuova occhiata avrebbero passato l’intera vita chiusi nel buio elettronico, dimenticati e forse persi per sempre nell’universo dei bit.

Abituiamoci quindi a riguardare queste cartelle, non solo ritroveremo momenti belli che magari abbiamo condiviso con colleghi e amici, ma sicuramente anche materiale inedito per qualche nuovo lavoro o semplicemente una bella foto che non pensavamo di aver fatto.

 

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