La Svezia, uno dei paesi scandinavi, si pone in una posizione geopolita complessa, in mezzo ai due fronti, l’est e l’ovest, da sempre amici e nemici.
Già durante la Seconda Guerra Mondiale e in seguito con la Guerra Fredda rimase ufficialmente neutrale, nonostante molte influenze da parte della Germania, con cui intratteneva molti rapporti commerciali e il sostegno agli alleati a cui forniva informazioni.
Durante la Guerra Fredda cercò, oltre alla neutralità, di adottare una linea di imparzialità verso i due blocchi contrapposti, ma nello stesso tempo adottò una forma di sicurezza nazionale e indipendente.
La sua forma di difesa si basava sulla cosiddetta “difesa totale”, con l’impiego, in caso di mobilitazione, di tutte le risorse disponibili e per questo investì molto nella ricerca tecnologica e in ambito militare e aerospaziale.
Si dedicò inizialmente anche alla ricerca sul nucleare, abbandonando il progetto alla fine degli anni 60.
Proprio per la sua posizione, vi furono diversi casi di violazioni aeree da parte dell’aviazione Russa che causarono tensioni, ma mai nessun conflitto diretto (almeno non documentato).
Grazie alla sua conformazione orografica e al principio della dispersione delle forze, ovvero di non concentrare per esempio gli aerei in poche posizioni vulnerabili agli attacchi nemici, realizzò diversi bunker sotterranei o all’interno delle montagne cercando di mimetizzarne, con architetture particolari gli ingressi.
Erano strutture scavate profondamente nella roccia, per offrire protezione anche dagli attacchi nucleari, utilizzati principalmente dalle forze aeree in grado di decollare anche sotto attacco, con ampi hangar per i velivoli, ma anche per la manutenzione, la logistica e il riparo del personale.
Molte di queste strutture ormai obsolete negli anni sono state abbandonate, ma rimangono a testimonianza del grande impiego per la difesa del territorio da parte della nazione.
Uno degli esempi più noti e facilmente accessibile è l’Aeroseum, un ex base bunker trasformato negli anni in museo.
Situato nel sedime aeroportuale di Save, nell’immediata periferia di Goteborg è stata una delle mete museali durante le nostre vacanze.
L’ingresso è stato mantenuto come allora e fa una certa impressione avvicinarsi alle due volte incastonate nella roccia e varcare i pesanti portoni da 60 tonnellate ciascuno e spessi oltre 60 centimetri che una volta erano a garanzia dei velivoli e del personale militare. Da qui gli aerei sceglievano la direzione in base alla pista da utilizzare, esiste ancora il cartello che indica “Bana 01 e Bana 19”.
Una volta chiuse, queste porte rendevano ermetico e a prova di attacco tutta la struttura che si avvaleva di generatori elettrici, sistemi di filtraggio dell’aria e dello smaltimento dei gas, purificazione dell’acqua oltre ad un sistema antincendio formato da teli ignifughi che potevano essere dispiegati tra una sezione e l’altra dei tunnel per contenere fuoco e fumo.
Oltre a tutto questo la struttura poteva rimanere indipendente con una scorta di cibo e ricambi per i velivoli per oltre 3 mesi.
Al suo interno, come è facile immaginare, la temperatura non è elevatissima e nonostante la stagione estiva è consigliabile vestirsi adeguatamente, e anche questo ci fa immaginare di fare un viaggio a ritroso nel tempo e l’atmosfera che si respira travalica la semplice visita di un museo.
Realizzato all’inizio della Seconda Guerra Mondiale per ospitare il 9° Gruppo di Volo (Gota Flygflottilj), e ultimato nel 1955 in piena guerra fredda si sviluppa su una superficie di 22.000 m², protetta da una collina e interrata fino a 30 metri.
Utilizzato come base operativa fino al 1969 quando è stato dismesso, ora, dal 2008 fa parte della rete SHMA (Sveriges Militärhistoriska Arv – Patrimonio militare svedese), sotto l'egida del Statens Försvarshistoriska Museum (SFHM – I musei nazionali svedesi di storia militare).
Al suo interno una pregevole collezione di aerei, elicotteri, motori e cimeli della storia aeronautica Svedese, alcuni sapientemente restaurati, altri ancora in fase di lavorazione da parte di molti volontari che in determinati orari forniscono approfondimenti e tour guidati nella struttura e sulla storia aeronautica svedese.
Il museo offre moltissime possibilità di interazioni sia con i velivoli esposti che con simulatori di volo e aeree ludiche dedicate ai più piccoli.
Forse il visitatore appassionato, troverà un po’ eccessiva questa relativa “confidenza” con alcuni aerei su cui è permesso salire anche senza la supervisione del personale del museo e la parsimonia nelle operazioni è lasciata al buon senso e al rispetto che francamente, nella nostra visita, non abbiamo mai visto mancare.
Le lunghe sale soffrono un po’ della scarsa illuminazione, ma forse anche questo contribuisce a quell’atmosfera di cui parlavamo prima.
Non manca un’area dedicata al pranzo o per un leggero spuntino oltre ad uno shop con una biblioteca vastissima di libri usati a metà prezzo di copertina.
Avremmo voluto saccheggiarla, ma molti titoli erano nella lingua locale e il bagaglio a mano del viaggio ci ha fatto desistere.
Dal punto di vista fotografico ci sentiamo di consigliare l’uso di una Full Frame, già messa a dura prova da Iso quasi al limite o, in accordo con la direzione, un cavalletto per pose prolungate.
Una visita media, considerando una pausa al punto di ristoro, le foto e qualche approfondimento naturale visto gli esemplari esposti, porta via una mattinata o un pomeriggio, e si conclude all’esterno visitando alcuni aerei esposti o parte di essi e salendo sulla collina da dove si può osservare il paesaggio dell’aeroporto.
Una bella esperienza che consigliamo a tutti gli appassionati.
Tutte le info del museo al seguente link: Aeroseum
Focus
JAS 39-2 Gripen
Uno dei velivoli conservato al museo è il Jas 39-2 Gripen, il secondo velivolo pre-serie.
La sua colorazione, nera e bianca, era stata scelta per avere la maggior visibilità durante i test, il suo primo volo fu nel 1990 e rimase i attività per 461 ore prima di essere ritirato e infine consegnato al museo.
Una curiosità riporta che il prototipo fini al museo prima che SAAB avesse la certezza che il progetto avrebbe trovato il consenso del Governo svedese.
Tutte le immagini della nostra visita sono consultabili e scaricabili al seguente link: Aeroseum foto
English version
Sweden, one of the Scandinavian countries, stands in a complex geopolitical position between the two fronts, the East and the West, which have always been friends and foes.
Even during World War II and later with the Cold War, it remained officially neutral, despite many influences from Germany, with which it had many trade relations and support for the allies to whom it provided information.
During the Cold War, it tried, in addition to neutrality, to adopt a line of impartiality toward the two opposing blocs, but at the same time, it adopted a form of national and independent security.
Its form of defense was based on so-called "total defense," with the use, in the event of mobilization, of all available resources, and for this, it invested heavily in technological research and military and aerospace.
It also initially devoted itself to nuclear research, abandoning the project in the late 1960s.
Precisely because of its location, there were several instances of air violations by the Russian Air Force that caused tension, but never any direct conflict (at least not documented).
Due to its orographic conformation and the principle of dispersion of forces, i.e., not to concentrate, for example, planes in a few positions vulnerable to enemy attacks, he built several bunkers underground or inside the mountains trying to camouflage, with special architecture the entrances.
They were structures carved deep into the rock to provide protection even from nuclear attack, used mainly by air forces capable of taking off even under attack, with large hangars for aircraft, but also for maintenance, logistics, and personnel shelter.
Many of these outdated facilities over the years have been abandoned, but they remain evidence of the nation's extensive use for land defense.
One of the best-known and most easily accessible examples is the Aeroseum, a former bunker base converted over the years into a museum.
Located on the Save airport grounds on the immediate outskirts of Gothenburg, it was one of the museum destinations during our vacation.
The entrance has been maintained as it was then, and it makes quite an impression to approach the two vaults set in the rock and step through the heavy gates of 60 tons each and more than 60 centimeters thick that once secured aircraft and military personnel. From here the planes chose the direction according to the runway to be used, the sign still exists indicating "Bana 01 and Bana 19."
Once closed, these doors made the entire facility airtight and attack-proof, which relied on electric generators, air filtration, and gas disposal systems, water purification in addition to a fire suppression system consisting of fireproof tarps that could be deployed between sections of the tunnels to contain fire and smoke.
In addition to all this, the facility could remain independent with a supply of food and spare parts for the aircraft for over 3 months.
Inside, as one can easily imagine, the temperature is not very high and despite the summer season it is advisable to dress appropriately, and even this makes us imagine that we are taking a trip back in time and the atmosphere that one feels transcends the simple visit to a museum.
Built at the beginning of World War II to house the 9th Flying Group (Gota Flygflottilj), and completed in 1955 at the height of the Cold War, it covers an area of 22,000 m², protected by a hill and is buried up to 30 meters.
Used as a base of operations until 1969 when it was decommissioned, now, since 2008 it has been part of the SHMA (Sveriges Militärhistoriska Arv - Swedish Military Heritage) network, under the auspices of the Statens Försvarshistoriska Museum (SFHM - The Swedish National Museums of Military History).
Inside is a fine collection of aircraft, helicopters, engines, and memorabilia from Swedish aviation history, some expertly restored, others still being worked on by many volunteers who at certain times provide insights and guided tours into the facility and Swedish aviation history.
The museum offers many opportunities for interaction both with the aircraft on display and with flight simulators and play areas dedicated to younger children.
Perhaps the avid visitor will find this relative "familiarity" with some of the aircraft on which they are allowed to climb even without the supervision of museum staff a bit excessive, and the sparing of operations is left to common sense and respect, which frankly, on our visit, we never saw lacking.
The long halls suffer a bit from poor lighting, but perhaps this also contributes to the atmosphere we mentioned earlier.
There is no shortage of a dedicated area for lunch or a light snack as well as a shop with a huge library of used books at half cover price.
We would have liked to loot it, but many of the titles were in the local language and the hand luggage from the trip made us desist.
From a photographic point of view, we feel we would recommend the use of a Full Frame, already put to the test by Iso almost at the limit, or, in agreement with the management, a tripod for extended poses.
An average visit, considering a break at the refreshment stand, photos, and some natural insights given the specimens on display, takes a morning or an afternoon, and concludes outside by visiting some or part of the aircraft on display and climbing the hill from where the airport landscape can be seen.
A great experience that we recommend to all enthusiasts.
All museum info at the following link: Aeroseum
Focus
JAS 39-2 Gripen
One of the aircraft preserved at the museum is the Jas 39-2 Gripen, the second pre-series aircraft.
Its color scheme, black and white, was chosen to have the greatest visibility during testing.Its first flight was in 1990 and it remained in operations for 461 hours before being retired and finally handed over to the museum.
A curiosity reports that the prototype ended up at the museum before SAAB was certain that the project would find approval from the Swedish government.
All pictures of our visit can be viewed and downloaded at the following link: Aeroseum photos
The Aviation