Mare Aperto 23-1

Si è conclusa il 6 maggio la prima delle due edizioni annuali del più importante ciclo addestrativo della Marina Militare denominato Mare Aperto iniziata il 13 maggio, un’articolata e complessa palestra addestrativa a forte connotazione multidominio e multiminaccia che vede l’impiego reale dell’intera flotta in uno sfidante scenario simulato, ispirato al massimo realismo.  Domenica 23 aprile si è conclusa la prima fase con una progressione addestrativa nelle diverse forme di impiego dell'opzione militare marittima . Un'intensa serie di attività in mare e dal mare che hanno coinvolto , oltre a numerose navi, tutte le altre componenti della Squadra Navale , a partire da quella subacquea , delle contromisure mine , fino a quella dell'aviazione navale , anfibia , delle telecomunicazioni e sicurezza cibernetica . Dopo una breve sosta in diversi porti italiani il 26 aprile è iniziata la seconda fase della Mare Aperto 23-1 che è proseguita fino al termine fissato del 6 maggio .

Questa è stata una fase a "forze contrapposte", connotata da difficoltà e complessità crescenti in uno scenario simulato di crisi internazionale (cd scenario “Articolo 5”) . Questa edizione è stata caratterizzata da un impiego massivo di personale, circa 6.000 militari, mezzi e capacità della Marina Militare (in totale 41 navi e oltre 25 aeromobili della Marina, Pattugliatori Marittimi, 400 Fucilieri della Brigata Marina San Marco con  mezzi navali da sbarco , cingolati anfibi e centinaia di mezzi per la manovra dal mare a terra). Ad integrare le forze in campo, anche quest’anno, una significativa presenza multinazionale, con ben 23 nazioni – 13 NATO e 10 Partner – rappresentative di 5 continenti, che hanno partecipato con navi, aeromobili da pattugliamento marittimo, team specialistici per le contromisure mine e anche una batteria di artiglieria ad alta mobilità per la manovra anfibia (High Mobility Artillery Rocket System – HIMARS). Altrettanto consolidato il supporto interforze di componenti dell’Esercito Italiano, integrate nella Forza da Sbarco della Marina che, insieme a reparti del Reggimento Lagunari Serenissima, hanno conseguito la Initial Operational Capability Plus della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare (CNPM) col supporto abilitante delle capacità multidimensionali e multidisciplinari della forza navale. Sono state anche sviluppate interazioni addestrative coordinate con mezzi e personale dell’Aeronautica Militare, i cui velivoli hanno arricchito gli eventi addestrativi di difesa aerea, dell’Arma dei Carabinieri, per lo sviluppo di eventi addestrativi di monitoraggio ambientale, e del Corpo della Guardia di Finanza, per attività congiunta nel campo del law enforcement nella dimensione marittima.

L’incessante contributo che la Marina Militare fornisce per la salvaguardia della sicurezza della navigazione è continuato anche durante le attività addestrative, infatti le unità Cacciamine impegnate nella Mare Aperto hanno localizzato e provveduto a rendere inoffensivi 6 ordigni risalenti al secondo conflitto mondiale.

Le attività esercitative hanno anche compreso temi relativi alla tutela dell’ambiente marittimo e al soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali, con la collaborazione di personale della Protezione Civile per l’allestimento di un Posto Medico Avanzato presso l’isola di La Maddalena. Anche in questa edizione importante e proficua è stata la partecipazione di diverse realtà interistituzionali e interagenzia tra le quali il Centro Studi Internazionali (Ce.Si.), il Centro Studi di Geopolitica e Strategia Marittima (CESMAR), il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana e più di 70 tra studenti e docenti proveniente da prestigiose 14 Università nazionali oltreché delle associazioni di categoria rientranti nel cluster marittimo quali Confitarma e Assarmatori. 

In continuità con le precedenti edizioni , anche in questa Mare Aperto si è consolidata l'integrazione di operatori e assetti della Brigata "Pozzuolo del Friuli" dell'Esercito colla Brigata San Marco , nell'ambito della così detta Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare ( CNPM) , e la partecipazione di diversi velivoli dell'Aeronautica Militare , tra cui aerei CAEW G550 , caccia Eurofighter e F-35 A e B, nonché assetti per il rifornimento in volo KC767A . Anche gli F35 B , ovvero la variante a decollo corto e atterraggio verticale , in dotazione alla Marina Militare e all'Aeronautica , hanno operato dalla portaerei Cavour comandata dal Capitano di Vascello Enrico Vignola, in stretta collaborazione con gli altri velivoli AV8 imbarcati . La Mare Aperto di per se è un esercitazione che si sviluppa nel tempo , non c'è mai un'edizione uguale all'altra perché è uno scenario che si adatta all'evoluzione dello scenario reale , ha uno schema molto dinamico e rispetto all'anno scorso ha vissuto un evoluzione dello scenario che si avvicina molto alle attuali dinamiche sul mediterraneo , alla crescente attenzione anche a quello che c'è di strategico e critico sotto la superficie del mare che è sempre oggetto di sorveglianze molto focalizzate . Praticamente è uno scenario che si adatta di anno in anno a quello che succede intorno a noi ed è un continuum con quello delle due edizioni 2022 al cui interno sono state ricreate situazioni che richiamano l'applicazione dell'Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico che disciplina i casi di intervento dell'Alleanza in difesa di un Paese membro oggetto di aggressione da parte di terzi . Oltretutto quest'anno è stato introdotto lo sviluppo di una specifica attività afferente alla cyber sicurezza con l'esercitazione dedicata Chironex 23-1 , a conferma dell'interesse che da sempre la Marina rivolge alle dimensioni spaziale e cibernetica a cui si è affacciata , per prima tra le forze armate , già dagli anni '80 del secolo scorso per la necessità di assicurare telecomunicazioni e connettività alle unità in mare . 

Dagli anni '80 l'esercitazione MARE APERTO  è l'evento addestrativo annuale della Squadra Navale . Inizialmente strutturata su tre edizioni l'anno di due settimane ciascuna, è ora evoluta in due, ognuna della durata di un mese e con uno scenario sviluppato in continuità con la precedente.

Con la MA si testano e allo stesso tempo si consolidano e affinano le capacità della Squadra Navale di rispondere alle sfide crescenti che interessano i domini marittimo e subacqueo. Si tratta di un banco di prova altamente sfidante, connotato da scenari simulati a massimo realismo e con il coinvolgimento reale di tutte le componenti della MM (navi, sommergibili, aviazione navale, forze anfibie, contromisure mine, C4S, supporto tecnico-specialistico, logistico-amministrativo e medico-sanitario) e a tutti i livelli (Comandi complessi imbarcati e a terra, relativi staff, singole unità e componenti funzionali come il Gruppo Portaerei nazionale, la capacità di proiezione anfibia o l'attivazione di Posto Medico Avanzato). “La Mare Aperto, dagli anni ’80 a oggi – ha evidenziato l’ammiraglio De Carolis, Comandante in Capo della Squadra Navale – è diventata una riconosciuta palestra addestrativa a livello internazionale e lo dimostrano i livelli di partecipazione – in numero e capacità pregiate coinvolte – sul piano dell’interoperabilità multinazionale, dell’integrazione interforze, dei coordinamenti interistituzionali e delle collaborazioni interagenzia” proseguendo poi “le intensissime settimane di attività, in cui si è sviluppata la fase esecutiva dell’esercitazione, hanno coronato l’altrettanto impegnativa fase di pianificazione, iniziata nel novembre scorso, in continuità con il termine della precedente edizione autunnale della Mare Aperto. Dal 13 aprile scorso e fino ad oggi tutti i livelli di comando della Squadra Navale, che includono staff e unità navali, hanno mostrato capacità di operare singolarmente e in sinergia come team” 

Nel copione dell'esercitazione MA23-1 sono state svolte simulazioni di combattimento ad alta intensità , lotta contro minacce convenzionali e asimmetriche , raid e assalti anfibi su siti costieri di interesse , esercitazioni di sicurezza marittima , controllo e bonifica dei fondali , prevenzione e contrasto ad una ampia gamma di traffici illeciti . Tutte queste attività hanno avuto lo scopo propedeutico di sviluppare nei comandanti di gruppo tattico la capacità di valutazione delle situazioni in rapida evoluzione , pianificando le azioni da svolgere in linea con le direttive superiori e muovendo effettivamente le forze nell'ampio dominio marittimo di riferimento . Con il 6 di maggio è terminata questa prima fase di esercitazione , adesso bisognerà attendere il prossimo autunno per la seconda edizione che andrà in scena esattamente dal 17 ottobre al 13 novembre 

Comando e Controllo e Mare Aperto 23-1 inside

Le operazioni marittime si sono svolte in una zona molto ampia che andava dal Mar Ionio, al  Mar Tirreno fino al Mar di Sardegna , lo stretto di Sicilia e parte del mar Adriatico , includendo sia l'alto mare e le zone costiere che le porzioni di territorio circostanti e i relativi spazi aerei sovrastanti . Con questa Mare Aperto si è voluto verificare la capacità degli equipaggi e degli staff imbarcati e a terra , cominciando dal Comandante della Componente Marittima , il Maritime Component Commander , che sotto di se ha tutti i gruppi di impiego , il gruppo portaerei , il gruppo anfibio , la forza da sbarco , il gruppo cacciamine , i gruppi navali di superficie e in più le navi di difesa aerea .   Come detto in precedenza la MA23-1 , come l'edizione degli ultimi due anni , è divisa in due fasi principali, una di addestramento cosiddetto seriale , cioè mentre lo scenario si evolve , la crisi evolve e aumenta di intensità e gli staff elaborano i piani , le navi si esercitano con addestramenti di durata breve finalizzati a specifici settori , e questa copre più o meno i  primi 10 giorni di attività in mare , poi normalmente si inserisce una sosta in porto che consente ai due partiti di separarsi e poi , quando si riparte , inizia la seconda fase che è quella più impegnativa ed entusiasmante e cioè quella del gioco libero . Mentre la prima fase dell'esercitazione è mirata è normale che l'obbiettivo della stessa venga raggiunto , nella seconda parte invece le due parti o fazioni , a seconda di come si vogliano chiamare , si muovono in autonomia anche decisionale perciò , visto anche la grandissima estensione che comprende l'esercitazione, non è detto che una parte si scontri obbligatoriamente con l'altra . A questo punto sta al Direttore dell'esercitazione creare degli artifici (cd injection) affinché le cose accadano , ad esempio dicendo o non dicendo una determinata notizia ai quotidiani briefing che il Comandante in Capo della Squadra Navale tiene con i rispettivi direttori delle due fazioni , mantenendo però sempre la sua neutralità tra "buoni e cattivi" . Il Direttore dell'esercitazione non ha un ruolo con una o con l'altra parte ma si assicura che vengano conseguiti gli obbiettivi addestrativi e fa evolvere lo scenario in un modo tale che sia realistico e che sia sfidante per tutti . Addentrandosi  ancora di più in quella che è la progettazione ideologica e riportandola in forma cartacea al nostro territorio , ma naturalmente con nomi di pura invenzione , dobbiamo immaginare il pezzo di mare che comprende il centro sud della nostra penisola e le isole maggiori dove alla penisola  , Calabria esclusa , è stato dato il nome di "Enotria" , che rappresenta un Paese facente parte della NATO , alla Sicilia e Calabria unite sotto la stessa bandiera di " Aretusa" , ipotizzato come Stato non facente parte della NATO , mentre alla Sardegna  , nel nome di "Cadossene" , è toccato essere il Paese instabile oggetto di contesa. All'inizio della precedente Mare Aperto Cadossene non era un paese che aderiva alla NATO . Al termine dell'esercitazione il sud di Cadossene era stato liberato aderendo a sua volta anche lui alla NATO  e proclamandosi Stato libero di "Shardana" . Quest'anno con la MA23-1 si è ripartiti da questo panorama che vede la parte nord della Sardegna ( Cadossene) che è ancora un Paese instabile , la parte sud della Sardegna ( Shardana) alleata alla NATO ma al cui interno operano dei gruppi terroristici che hanno interesse a rendere instabile l’area e che hanno relazioni con Cadossene ma che vengono anche supportati da Aretusa ( Sicilia /Calabria) che ha un discreto potenziale militare e ha un interesse a svolgere un ruolo egemone in questo Stato e quindi mal vede l'intrusione da parte di Enotria (penisola italica). Quindi con queste premesse è iniziato lo sviluppo successivo dello scenario, con il supporto degli studenti imbarcati che svolgono un ruolo molto importante che li vede impegnati anche a turni di riposo autogestiti in maniera che in qualsiasi momento della giornata , notte compresa , sia sempre presente qualcuno di loro per riportare , interpretare e gestire tutte le azioni che vengono intraprese durante l'esercitazione essendo loro stessi propositori di un ulteriore sviluppo dello scenario generale con il breiefing che quotidianamente devono tenere con il Comandante in Capo della Squadra Navale il quale li valuterà e , se lo riterrà opportuno , modificherà l'evoluzione dell'esercitazione in base proprio alle loro proposte. Sulla carta i mezzi delle due fazioni risultano sproporzionati in quanto i "buoni" hanno molte più risorse rispetto agli avversari . Aretusa ha un potenziale militare molto limitato però lo sbilanciamento nel numero di uomini e mezzi sul campo è controbilanciato dalla possibilità di agire in maniera asimmetrica molto più spregiudicata del partito opposto che , al contrario , ha regole di ingaggio molto meno libere perché costretto ad attenersi alle regole NATO.  

Gli studenti universitari

La componente civile a bordo di Nave Cavour nella MA 23-1 quest'anno è composta da una settantina di studenti universitari provenienti da 14  università variamente dislocate sul territorio nazionale oltre a una componente di crocerossine del Corpo Volontario delle Infermiere , a rappresentanti della Protezione Civile , del Ce.S.I. ( Centro Studi Internazionali ) , del Centro di Geopolitica e Strategia Marittima ( CESMAR ) , di Confitarma , dell'Assarmatori e a un'aliquota di tecnici che collabora col programma F-35 e che sono stabilmente imbarcati ed integrati nell'equipaggio . Gli studenti , insieme ai loro docenti accompagnatori , sono anche loro pienamente integrati all'interno degli staff imbarcati in funzione del loro percorso di studi , in qualità di consulenti politici , legali e addetti alla pubblica informazione . Il coinvolgimento degli studenti è espressione della tradizione che vede la Marina Militare promotrice del progresso di una cultura della difesa e della marittimità che fa della formazione universitaria elemento strategico nel panorama nazionale . Come detto gli studenti sono integrati nello staff e quindi partecipano ai processi dello staff e alle decisioni del  Comandante della MA 23-1 al quale vengono quotidianamente proposte le strategie elaborate dagli stessi . Si parte dallo scenario generale per gli studenti che vengono divisi in due fazioni ( Enotria ed Aretusa ) a loro scelta già nel loro primo giorno imbarcato e si trovano di fronte a delle dinamiche politiche alle quali devono proporre delle soluzioni . Si crea un problema ed i ragazzi affrontano questo problema insieme a degli ufficiali ai quali vengono affiancati e cercano di proporre una soluzione da un punto di vista sia legale che politico . Lo scenario di questa edizione ha previsto la caduta di un governo dal quale è nato un nuovo conflitto e si sono dovute trovare delle nuove soluzioni per porvi fine. Quotidianamente gli studenti hanno effettuato, insieme al personale militare facenti parte degli staff imbarcati, dei briefing informativi con l' ammiraglio Aurelio De Carolis che ha valutato i prodotti proposti da entrambi i gruppi con la possibilità che questi prodotti , che non erano altro che delle soluzioni ad un problema specifico , venissero effettivamente messi in atto dando modo materialmente agli studenti di interagire e modificare l'andamento dell'esercitazione dal punto di vista politico e diplomatico . Naturalmente gli studenti prescelti per questa esperienza hanno dovuto passare diversi filtri per ottenere l'accettazione finale . Parte tutto da un curriculum ed una lettera motivazionale che lo studente inoltra all'università alla quale è stata chiesta la partecipazione di uno o più frequentanti . Sta poi all'università far passare solamente i più adatti e coloro disposti ad un ambientamento e ad un adattamento non convenzionali e per ultimo sta alla Marina Militare dare il suo avvallo definitivo . La preparazione e le proposizione degli studenti intervenuti quest'anno è risultata pienamente sopra le aspettative per l'impegno e la professionalità dimostrata dagli stessi che hanno contribuito in maniera tangibile all'evoluzione dello scenario immaginario . 

Portaerei Cavour

La Marina Militare italiana è stata una delle prime al mondo a comprendere l’importanza dell’impiego degli aeromobili sul mare e dal mare. È infatti già negli anni 50 che, prima in Europa, ha imbarcato sulle proprie unità gli elicotteri per la caccia antisommergibili. L’evoluzione di questo importante concetto operativo ha portato allo sviluppo di unità portaeromobili come il Garibaldi ed infine ad unità portaerei come il Cavour.

Nave Cavour (CVH 550, motto: IN ARDUIS SERVARE MENTEM che significa “nelle avversità mantenere l’animo imperturbato”) è una portaerei STOVL (Short Take-off and Vertical Landing, per aeromobili a decollo corto ed atterraggio verticale) della Marina Militare italiana. Essa nasce da un progetto interamente italiano ed è frutto delle capacità tecnologiche e industriali nazionali che, a partire dal taglio della prima lamiera nel 2001, hanno portato al varo dell’Unità nel 2004 e alla successiva consegna alla Forza Armata nel marzo 2008. L’Unità ha ricevuto, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche militari e civili dello stato, la Bandiera di Combattimento il 10 giugno 2009 e dal 2011 è la Nave Ammiraglia della flotta. 

La costruzione di Nave Cavour ha tenuto conto della necessità di un impiego c.d. “dual use”. Da un lato l’Unità riveste un ruolo centrale nelle missioni di proiezione, sul mare e dal mare, nei vari contesti tanto a carattere interforze che multinazionale. La Nave infatti risponde all’interesse di disporre di uno strumento navale con elevate capacità di Comando e Controllo, da impiegare quale strumento operativo per la gestione di qualsiasi tipo di operazione necessaria per la sicurezza globale e la tutela degli interessi del Paese nel mondo. Dall’altro l’Unità è in grado di portare, con tempestività e grande autonomia logistica, un potenziale di intervento in zone in cui si sia verificato un disastro ambientale o in aree in cui si richiede un soccorso umanitario, con una spinta versatilità e flessibilità. In tale contesto si inquadrano la missione umanitaria White Crane a favore alla popolazione di Haiti a seguito del rovinoso terremoto del gennaio 2010 e la Campagna svolta con il 30° Gruppo Navale in Golfo Arabico per poi circumnavigare l’Africa. Questi interventi hanno fornito un eloquente esempio delle potenzialità del Cavour: con la moderna area ospedaliera e le elevate caratteristiche di autonomia logistica, mobilità e flessibilità, sono stati raggiunti risultati importanti in termini di assistenza e benefici per la popolazione civile. L’area medica di bordo infatti è un vero e proprio ospedale galleggiante dotato delle più moderne apparecchiature. A ciò si aggiunge la possibilità di effettuare interventi ed ottenere consulenze in remoto sfruttando la rete di telemedicina rendendo di fatto l’Unità capace di poter effettuare ogni genere d’intervento o cura medica. Le capacità ospedaliere si basano su 2 sale operatorie e 32 posti di degenza, sviluppate su una superficie complessiva di 600 m².  La sua capacità ospedaliera è modulare , è dotata di una base fissa strutturale in cui si dispone di due sale operatorie , di un laboratorio di diagnostica che comprende la radiografia e la tac integrate in un sistema di telemedicina che consente di fare la diagnostica anche da remoto in quanto gli specialisti vengono imbarcati a seconda della missione che si deve svolgere. Inoltre a bordo si trova un gabinetto odontoiatrico sempre funzionante , una sala per il trattamento degli ustionati , due sale di terapia intensiva. Insomma sul Cavour si può arrivare a fare interventi di chirurgia e di diagnostica abbastanza spinti così come invece nella normale routine si mantiene sempre una capacità minima di intervento per la stabilizzazione del ferito o del paziente per poi essere trasportato e trattato nelle strutture adatte a terra con un'estrema fluidità tramite l'elevatore MEDEVAC che collega l'infermeria a tutti i principali ponti della nave . 

La nave è inoltre predisposta per ospitare un comando navale complesso (Maritime Component Commander - MCC), a tal fine dispone di circa 200 postazioni di lavoro interconnesse alle 5 diverse reti telematiche disponibili a bordo e ripartite in 12 aree di lavoro dedicate e riconfigurabili.

Dal giugno 2015 al maggio 2016 è stata la nave Ammiraglia dell’Operazione EUNAVFORMED - Sophia, missione europea nata per contrastare il traffico illecito di esseri umani ed assicurare il ritorno della stabilità e della sicurezza in Libia.

Il 7 dicembre 2018, Nave Cavour ha attraversato il canale navigabile di Taranto per affrontare un periodo intenso di lavori di manutenzione per gli upgrade necessari ad accogliere il nuovo velivolo F-35B. Dal 28 gennaio al 30 aprile 2021, nonostante i cambiamenti imposti dalla pandemia da COVID-19, Nave Cavour ha intrapreso la Campagna Ready For Operations nelle acque dell’Oceano Atlantico davanti alle coste della Virginia (U.S.A.), finalizzata all’acquisizione delle capacità di operare con i velivoli di 5ª generazione del programma Joint Strike Fighter – F-35B. Nave Cavour è quindi oggi pronta ad operare con il velivolo tecnologicamente più avanzato nel panorama mondiale, come ampiamente dimostrato durante le differenti interazioni avvenute con gruppi portaerei statunitense, francese, inglese e spagnola. Ad oggi, dopo la Brexit, l’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea in grado di esprimere una capacità portaerei con velivoli di 5a generazione.

Il Cavour ha un ponte di volo lungo 234 metri, dotato di 6 punti di decollo ed appontaggio per aerei ed elicotteri, 2 aree di parcheggio aeromobili e due elevatori da 30 tonnellate che collegano il ponte di volo con l’hangar.

Inoltre il Cavour è dotato dei più moderni sistemi per l’autodifesa, quali missili superficie-aria e cannoni calibro 76mm al fine di assicurare un’opportuna capacità di protezione da attacchi.

Considerando le caratteristiche descritte si può considerare Nave Cavour come 4 navi in una: è infatti in grado di assolvere totalmente i ruoli di portaerei, piattaforma logistica (in supporto per esempio alle operazioni di protezione civile in caso di calamità naturali) ed anfibia, unità sede di comando (come avvenuto nel corso della Mare Aperto) e nave ospedale.

L'impianto di propulsione dell'Unità produce 88000 kW di potenza generati da quattro turbine General Electric– Avio, è il più potente apparato non nucleare realizzato al mondo negli ultimi decenni.

L'hangar di nave Cavour ha una superficie di 2500 m². Il ponte di volo è lungo 232,36 m, largo 34,5 m, in una superficie totale di 6.800 m2 ed è dotato di 6 punti di decollo/appontaggio. La pista di decollo è lunga 180 m e larga 14 m con Ski Jump (il trampolino di decollo) con una elevazione di 12°.

L’unità è intitolata a Camillo Benso, Conte di Cavour, statista piemontese, massimo artefice dell’Unità d’Italia (1810-1861). Il nome è stato in precedenza attribuito, come Conte Cavour, a una nave trasporto già della Marina siciliana garibaldina (1860-1894) e, come Conte di Cavour, a una Nave da battaglia della classe omonima (1915-1943).  

La portaerei Cavour in numeri

• Dislocamento a pieno carico: 27000 tonnellate

• Lunghezza fuori tutto: 244 mt 

• Altezza: 55 mt (distribuita su 19 ponti) 

• Autonomia: 7000 miglia (alla velocità di 16 nodi)

• Velocità massima: 32 nodi (28 nodi velocità continuativa).

• Propulsione: 4 turbine a gas (120.000 cavalli ognuna) che muovono 2 eliche, con pale a geometria variabile, tra le più grandi costruite al mondo.

• Energia: 6 generatori diesel da 2,2 Megawatt più 2 generatori asse di ugual potenza che sfruttano il movimento degli assi delle eliche.

• Equipaggio: 545 unità, che può salire fino a 1200 unità con l’imbarco delle Componenti Mobili come staff complessi, equipaggi di volo, personale sanitario, personale della Brigata Marina San Marco.

La Portaerei, rappresenta quindi la massima espressione e l’elemento abilitante della cd. capacità “expeditionary sea based”, grazie alle sue intrinseche caratteristiche di proiettabilità, efficacia e di autonomia logistica in qualsiasi contesto aeronavale. 

Il Cavour è quindi una capacità strategica per il Paese proprio perché ha uno spettro di impiego e di sviluppo futuro veramente ampio . La portaerei ha un ruolo centrale nella forza marittima, è quella che consente di supportare l'acquisizione del Sea Control e dell'Air Superiority non soltanto sul mare ma anche nella porzione di territorio dove viene impiegata la forza di sbarco . Il Cavour è uno degli elementi della forza anfibia , che a sua volta è costituita dalle navi anfibie con i mezzi da sbarco e gli elicotteri imbarcati , e nel concetto di operazione anfibia è fondamentale il supporto aereo che fornisce la portaerei . Come detto il Cavour è una nave che esprime una capacità strategica e a seconda del contesto in cui si trova va sempre protetta . Normalmente il gruppo portaerei di cui il Cavour è l'elemento centrale è composto da un cacciatorpediniere che si occupa della difesa aerea , da almeno una fregata con capacità di difesa antisommergibile , c'è mediamente un rifornitore che serve ad incrementare l'autonomia logistica della portaerei senza necessità di effettuare soste in porti  e c'è anche mediamente un sommergibile che guarda molto in avanti tutto quello a cui va incontro l'intera flotta . Il Cavour ha circa 1200 posti letto di cui 550 occupati dal personale della nave mentre i rimanenti a disposizione delle varie componenti che si devono imbarcare a seconda della missione che si deve svolgere , può navigare 7000 miglia in autonomia e per quanto riguarda i viveri e i rifornimenti vari più di 40 giorni senza essere rifornita  . Il Garibaldi ( la prima nave italiana ad imbarcare aerei a decollo corto e atterraggio verticale) quest'anno compie 40 anni , paragonandolo a questo e pensando invece che il Cavour ne ha appena 15 di anni , si deduce che la vita di questa portaerei sia appena iniziata soprattutto nell'ottica di tutti gli ammodernamenti ai quali è già stata sottoposta e a quelli possibili nel futuro . Negli ultimi cinque anni sono stati eseguiti tutti i lavori di ammodernamento per poter imbarcare l' F-35 B , il ponte di volo ha subito un trattamento molto importante così come tutta l'insonorizzazione di tutto l'allestimento della nave per poter assorbire le pressioni e il calore che generano i nuovi aerei . Adesso si è nella fase in cui si sta integrando il sistema d'arma di quinta generazione . Oggi la portaerei imbarca due tipologie di aerei , i più anziani Boeing/ BAE Systems AV-8 B Plus , chiamato anche Harrier II , che è un aereo di 3°generazione a decollo corto e atterraggio verticale , e il nuovissimo F-35 B che è un caccia multiruolo di 5°generazione con caratteristiche di bassissima segnatura radar ed è la variante STOVL ( Short Takeoff and Vertical Landing ) dell' F-35 A in uso nelle normali Aeronautiche . Avere a bordo due assetti diversi comporta un grande sforzo dal punto di vista logistico perché avere due linee imbarcate vuol dire imbarcare il supporto per entrambi , partendo dai pezzi di rispetto , dai materiali di consumo e di tecnici specialistici in quanto le squadre di manutentori sono dedicate alla linea anche se gli specialisti della Marina Militare in parte sono capaci di intervenire su entrambe le linee. C'è anche uno sforzo nella condotta operativa in quanto per interfacciarsi con le due linee impone anche una diversificazione nelle tattiche di impiego del mezzo a livello operativo . Per la seconda parte della MA 23-1 a bordo si è arrivati ad ospitare 4 AV-8B e 4 F-35 B , 3 della Marina Militare e 1 dell'Aeronautica . Gli F-35 B AMI sono integrati a bordo perfettamente a quelli della Marina quindi i piloti e gli specialisti sono in grado di operare a bordo al pari di quelli della Marina che naturalmente hanno più dimestichezza ma queste esercitazioni servono appunto ad aumentare il livello di preparazione collettivo e raggiungere quella uniformità generale alla quale vicendevolmente si vuole arrivare .  

 

Per The Aviation  Mirco Bonato e Stefano Polato

Photo Credit Mirco Bonato e Giovanni Colla