Mercoledì 3 giugno esce la terza opera della casa editrice LoGisma dedicata alla sciagura di Uscita.
Sono passati quarant’anni da quel drammatico giorno (era il 27 Giugno 1980), una dramma per le vittime e per i loro parenti, che ne hanno sofferto per anni le conseguenze, ma anche fonte di amarezza e disagio per chi vive in un paese, conosciuto come “patria del diritto”.
In quaranta anni i tribunali hanno infatti prodotto soltanto migliaia di pagine contenenti una raccolta di “verità” processuali in conflitto tra loro, una mole così imponente di materiale cartaceo da far pensare che il caso Ustica sia un labirinto senza via d’uscita o un gioco infinito di scatole cinesi.
Una storia destinata restare per sempre un mistero, secondo alcuni, convinti che “la verità non verrà mai a galla”.
Invece, secondo CLAUDIO PIZZI, l’autore del libro “USTICA 40 ANNI DOPO”, di elementi in grado di consentire una ricostruzione corretta, o almeno più corretta, dell’incidente, anche se limitati dall’accessibilità e tutti da verificare, ne esistono e ce li illustra in questa opera.
A patto di rimuovere la pesante coltre di falsità, di invenzioni e di semplificazioni che si è sedimentata per decenni sul caso Ustica; in tal caso verrebbero alla luce molti tasselli del puzzle grazie ai quali si raggiungerebbe un quadro completo sia delle cause tecniche sia delle responsabilità.
L’autore vuole, infatti, commemorare il quarantennale della strage invitando il lettore a ulteriori riflessioni, evidenziando così divergenze fra conoscenza e opinione, suggerendo argomentazioni diverse e ipotesi di nuove correlazioni.
Ad esempio, l’assenza di una visione univoca tra gli esperti italiani di Scienza delle Costruzioni, Sistemi Radar, Fisica della Materia, Tecnologia del Materiali Metallici e Chimica degli Esplosivi, su quanto accaduto del Dc-9 di Ustica.
Insomma, mentre gli specialisti italiani si sono divisi su ipotesi diverse con toni aspramente polemici, gli specialisti stranieri, invece, chiamati a dare un responso tecnico, hanno giudicato alla quasi unanimità “tecnicamente sostenibile” una sola ipotesi: quella dell’esplosione interna.
Dubbi che contrastano con le idee consolidate nell’immaginario collettivo, che non hanno nessun rapporto con i fatti accertati e, a ben vedere, nemmeno con quanto stabilito dalle diverse sentenze dei tribunali. Ad esempio, l’idea che il Mig, caduto sulla Sila la notte stessa della sciagura, o le “strane morti”, seguite all’incidente, siano legate alla vicenda di Ustica. Ipotesi oramai abbandonate anche da quei magistrati dell’area civile che, in spregio a quanto stabilito da precedenti sentenze penali, propugnano la tesi di una battaglia aerea nei cieli di Ustica.
Queste sono solo alcune delle domande che gli eventi di Ustica continuano a suggerire, e sono una delle motivazioni di questo libro, pubblicato dell’editore LoGisma che si rivolge a un ampio pubblico e vuole richiamare l’attenzione su un certo numero di fatti, informazioni e dati che, essendo poco noti, si prestano ad allargare il campo delle ipotesi e delle possibili riflessioni razionali.
Claudio Pizzi non vuole offrire ai lettori la verità definitiva su Ustica ma, come si dice in inglese, food for thought su un caso che più di ogni altro sembra esigere un esercizio puntuale del pensiero critico.
Perché, anche se non è stata detta l’ultima parola su Ustica, di certo sono in molti che continuano a porsi domande e a ricercare la difficile verità i cui frutti, se ci saranno, saranno raccolti dagli storici delle prossime generazioni.
Claudio E.A. Pizzi (Milano 1944) è stato ordinario di Logica e di Filosofia presso l’Università di Siena. È autore di circa cento pubblicazioni di carattere scientifico. Su Ustica ha pubblicato nel 2017 un libro dal titolo “Ripensare Ustica” e ha aperto un blog tuttora attivo all’indirizzo www.claudiopizziit.wordpress.com
Titolo: Ustica 40 anni dopo
Autore: CLAUDIO E.A. PIZZI
Riflessioni su un caso aperto
Editore: LoGisma, 2020
Pagine: 164, ill., 17x24cm
ISBN 978-88-94926-35-4
Prezzo: Euro 15,00
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