Sull’operazione “Overlord”, meglio conosciuta con il nome di “D-Day” non serve spendere tante parole, è stata una delle operazioni che hanno cambiato il corso della storia della seconda guerra mondiale, permettendo in breve tempo l’avanzata verso Parigi e Berlino, mettendo termine al conflitto.
Oggi però, nel 75° anniversario di questa cruciale giornata, parliamo delle strisce d’invasione.
La maggior parte delle persone le abbinano proprio al D-Day, mentre in realtà nascono qualche anno prima.
Già nel 1942 per il raid su Dieppe si pensò di dotate gli Spitfire di strisce di riconoscimento sotto le ali e sul timone, ma alla fine l’idea non venne realizzata.
Esattamente un anno dopo nel luglio del 43 si diede il via all’operazione “Husky”, l’invasione alleata della Sicilia, che prevedeva un elevato numero di paracadutisti direttamente sulle spiagge, luogo in cui gli alleati si trovarono ad affrontare numerose forze nemiche anche dall’aria.
Purtroppo nella concitazione del combattimento e nonostante fosse previsto il lancio, molti Dakota furono colpiti da fuoco amico. I dati riportano oltre 20 aerei abbattuti con la perdita di 80 soldati e un numero elevatissimo di feriti.
A fronte di quanto accaduto in Sicilia, durante la pianificazione dell’invasione europea, nonostante fosse già in uso il trasponder IFF (amico o nemico) e forse proprio per il fatto che era prevista una mole di aerei impressionante che avrebbe potuto mandare in crisi il sistema, si optò per la segnalazione a strisce dei velivoli.
L’idea arrivò dal Maresciallo dell’Aria Sir Trafford Leight Mallory, e si decise di dipingere gli aerei più piccoli (monomotori) con strisce di larghezza di circa 45 centimetri (18 pollici), mentre per gli aerei più grandi, come i Dakota, (bimotori) di larghezza 60 centimetri (24 pollici). Le strisce, cinque in totale, tre bianche e due nere vennero apposte sotto le ali, sul retro della fusoliera e anche sopra le ali, questo per essere riconoscibili anche dall’alto in caso di ingaggio aereo.
Ai grossi bombardieri (quadrimotori) non vennero applicate in quanto erano di facile individuazione e difficilmente potevano essere scambiati per aerei nemici in quanto i tedeschi non avevano aerei simili.
Per essere sicuri dell’efficacia di queste colorazioni alcuni velivoli sorvolarono la flotta che avrebbe preso parte all’invasione, ma la totalità degli aerei non le ricevette prima del 3-4 giugno, proprio a ridosso dell’operazione che in origine era prevista per il 5, ma a causa del meteo venne rimandata come sappiamo al 6 giugno.
Purtroppo nonostante questo espediente non furono pochi i velivoli colpiti da fuoco amico, ma considerando le oltre 14000 sortite fu un numero estremamente esiguo.
Tutte le strisce vennero poi rimosse prima della fine del 1944.
Dopo il secondo conflitto mondiale le strisce riapparsero in un paio di occasioni, durante la guerra di Corea e durante la crisi del canale di Suez dove il bianco fu sostituito dal giallo.
The Aviation