
Poco distante dalla “Fabbrica di Schindler”, la cui storia è diventata famosa per l’omonimo film di Steven Spielberg e ora divenuta un contenitore museale sulla storia dell’olocausto, ci siamo imbattuti, quasi per caso, su un murales gigantesco che ricopre per intero un lato cieco di un grosso condominio.
Si tratta di un’opera di Dagmara Matuszak, realizzata nell’estate del 2018.
Il grosso disegno commemora l’abbattimento di un B-24 Liberator, il KG933 in carico al 178 Sqn della RAF, decollato da Foggia (Italia) il 16 agosto 1944.

La sua missione era di rifornire gli insorti della rivolta di Varsavia, vicino a Piotrkòw, a 150 chilometri da Cracovia.
Durane il volo di rientro, dopo aver effettuato il lancio previsto, venne intercettato dalla Luftwaffe e colpito ripetutamente, in fiamme, sotto i riflettori e la contraerea nemica, esplose e fu visto cadere in pezzi sopra Zablocia (Cracovia) il 17 agosto, alle prime luci dell’alba.
La sezione di coda cadde oltre il fiume Vistola, sul macello cittadino, mentre parte della cabina si schiantò nel fiume, tra il ponte della ferrovia e il ponte Kotlarski. La maggior parte dei rottami fini sulla fabbrica di Schindler e sul campo di prigionia degli ebrei annesso, dove ora sorge il complesso residenziale che raffigura il murales.
Dei 6 componenti dell’equipaggio, tre morirono tra le lamiere nell’impatto, il Tenente pilota W.D. Wright, il Tenente navigatore J.P. Liversidge e il Sergente mitragliere J.D. Clarke, mentre gli altri tre riuscirono a lanciarsi con il paracadute.
Non è conosciuta la sorte finale del Sergente motorista L.J. Blunt e del Sergente mitragliere F.W. Helme di cui non si ebbero più notizie, ma è plausibile che siano stati catturati dai tedeschi una volta a terra, mentre il Tenente operatore radio Allan Hammet, ferito, riuscì a trovare soccorso in una fattoria e grazie all’aiuto dei partigiani fu curato e si arruolò nell’esercito polacco. Venne rimpatriato in Inghilterra nel marzo del 45 e sopravvisse alla guerra.
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